| Dannazione, odiava essere "malandata". Ogni volta che subiva quelle dannate punizioni senza mai emettere un fiato, i giorni successivi erano peggio dell'Inferno, aveva la schiena ridotta veramente a pezzi, persino dormire era impossibile con un tale dolore alle ferite, ma doveva sopportare ed aspettare che passasse, come sempre insomma. Si diresse a passi veloci verso il Campo di Quidditch, l'unico posto dove non avrebbe trovato nessuno visto quanto poco veniva frequentato in questo periodo, ormai mancava poco alla fine della scuola ed il campionato era quasi ultimato, quindi Rose si era diretta proprio lì per stare un pò da sola ma più che altro per stare lontano da occhi indiscreti, se qualcuno si fosse accorto del suo stato sarebbe stato... Umiliante. Si, umiliante era l'aggettivo giusto, perfetto, calzava a pennello. Con un gesto seccato della mano buttò a terra la tracolla nera che indossava passandosi una mano tra i lunghi capelli mori, lo sguardo della ragazza si posò sul campo davanti a lei, un sorriso leggero le piegò le labbra, avrebbe tanto voluto poter volare almeno per qualche minuto, ma quella dannata schiena le faceva talmente male, doveva aspettare minimo una settimana, forse le ferite si sarebbero rimarginate prima questa volta. Scacciò dalla mente quei pensieri anche se trovava impossibile non pensarci, era accaduto poche notti fa, non poteva non pensarci anche se si stava sforzando, cercava di essere quella di sempre, la solita Rosalie Black Malfoy, ma le risultava strano, forse fin troppo. Riprese la tracolla da dove l'aveva lasciata e si diresse verso gli spalti, ormai era Inverno inoltrato e il clima era freddo, ma lei indossava solamente la divisa cioè, gonna e camicia con stemma della sua casa, e nient' altro. Sotto la camicia ovviamente aveva il busto quasi interamente fasciato, ma era una fasciatura rudimentale, non precisa come avrebbe voluto lei visto che se l'era fatta da sola la sera precedente, ma non si lamentava granchè, almeno non sarebbe andata in giro per Hogwarts perdendo sangue. Rise appena sedendosi delicatamente mentre posava lo sguardo smeraldino sulle tribune, Libera. Avrebbe tanto voluto essere libera davvero, non come lo era adesso, ricca e viziata ma prigioniera nella sua gabbia d'oro, lei avrebbe voluto essere semplicemente sè stessa, niente di più, ma la cosa pareva talmente impossibile, essere libera era un traguardo per lei irraggiungibile. Abbassò lo sguardo prendendo un tomo dalla tracolla, lo aprì continuando a leggere da dove si era fermata solamente poche ore prima, niente avrebbe potuto disturbarla ora. Pace, voleva solo quella. Ma dopo pochi minuti fu distratta da altro, succedeva talmente poche volte che quasi si stupì di se stessa, improvvisamente un verso a lei notò disturbò la solita quiete che si era creata facendole alzare lo sguardo verdissimo verso il cielo plumbeo. Non sorrise notando il grande falco nero che planava lentamente verso di lei, lo riconobbe immediatamente storcendo la bocca per l'inaspettata 'sorpresa', gli occhi dell'animale appena si posarono su di lei le fecero provare una strana sensazione, come se le cattive notizie non fossero finite. Prese la lettera legata alla zampa del Falco facendoli una lieve carezza sul capo nero, quest'ultimo prese immediatamente il volo tornando nella Gufiera o chissà dove, non le interessava gran che onestamente. Posò il libro per qualche minuto aprendo il sigillo di cera rossa con lo stemma di una famiglia a lei molto conosciuta, forse fin troppo, i Malfoy e sicuramente era sua Zia o qualche altro assurdo parente che non poteva nemmeno vedere tanto li disprezzava. La calligrafia elegante della Zia le occupò ogni pensiero leggendo ciò che aveva scritto quasi con disgusto, con fin troppa superiorità, cosa che non avrebbe mai potuto decantare visto quanto fosse squallida quella donna, nonostante avessero quasi lo stesso sangue delle vene, o meglio, la metà. Lesse velocemente accartocciando poi la lettera e buttandola a terra, prese stizzita un pacchetto di sigarette dalla tracolla accendendone una con stizza, non amava fumare ma quando era parecchio nervosa le capitava, quanto odiava quella donna. Rimase in silenzio con una sigaretta accesa tra le labbra mentre lo sguardo verdissimo della ragazza non si staccava mai dal cielo plumbeo sopra di lei, ignorare chiunque forse sarebbe stata l'unica soluzione. Maledì chissà chi in Serpentese senza mai staccare lo sguardo dal cielo, aveva leggermente freddo, no anzi, aveva terribilmente freddo, visto che era uscita in Inverno con indosso solamente la gonna e la camicia bianca della divisa, più la cravatta verde-argento leggermente allentata. Continuando a maledire qualcuno di imprecisato in serpentese e fumando, prese il libro che aveva al suo fianco e lo rimise nella tracolla, aveva perso la voglia persino di leggere e la cosa succedeva poche volte nella vita di una come lei, diciamo mai.
Edited by ,bitch - 14/9/2009, 14:09
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